"Un isocronismo implacabile e un gioco di densità e dilatazioni. Un modo circospetto e sensibilmente attento per affrontare la tematica della ‘Violenza’. Fedele alla sua concezione etica del pensiero che si fa suono e in esso si sublima. Egisto Macchi è un teoretico dell’azione-espressione, dello svolgimento teatrale che si delinea in successioni concordanti. Paura sulla Città, con ritmi tribali di percussioni e riverberi metallici. L’incredibile freschezza e modernità di Aggressività con il suo incedere impellente e misterioso, ricorda quasi un rituale da notte di Valpurga. Le soluzioni timbriche sono vivacissime, mobilissime, la narrazione è cinematica e vorticosa capace di risucchiare in una psichedelia che è quasi riflesso onirico di stati d’animo e turbamenti indecifrabili ma anche indagine travagliata, lettura della complessità e delle ambivalenze di una storia che ci forgia e ci identifica. Titoli quali: Nazisti, Fascisti, Squadracce, L’Assassinio dei Rosemberg -non a caso- mettono in correlazione l’idea di violenza con la memoria. L’affiorare della suspence è consapevolezza, sguardo lucido e critico. In questo senso la sua musica sa essere visione e si affianca alla scansione per immagini dando vibrazione emotiva al fluire."